Approda alla Cano il libro di Marco Sguaitzer

02/09/2015

Sta facendo il giro del mondo ed il 2 settembre passerà alla Canottieri il libro "Senza Limite Alcuno", e con grande piacere sarà presente anche l'autore, Marco Sguaitzer. Pubblicazione molto bella già apprezzata da tanti mantovani, che sta avendo successo anche fuori dalla nostra provincia, grazie alla bella idea di fotografarlo in tutto il mondo, pubblicando l'immagine sulla pagina Facebook di Marco. Un libro forte, come Marco e la sua determinazione a non arrendersi, anzi a trovare le parole di intonare il suo inno alla vita anche quando trovare la voce sembrava impossibile. 
Il libro è già disponibile anche alla Canottieri (presso il chiosco).

Per chi volesse ulteriori informazioni segnaliamo questa bella recensione di Anna Maria Greco su "Il Giornale" -> http://www.ilgiornale.it/news/libro-marco-sguaitzer-cui-sla-vuol-dire-senza-limite-alcuno-1094172.html

In ogni caso, consigliamo di leggere il libro, molto meglio di qualsiasi commento. 

Ecco un pensiero di Marco dedicato alla Canottieri Mincio:

La Cano

Tornare alla Cano (avrei preferito di gran lunga *rimettere piede*, ma
suonava strano) e rivivere l adolescenza è stato tutt uno.
Credo fossero dodici anni che non valicavo le assi di legno del ponticello
che una volta era l unico accesso, fieramente controllato da bonari
ispettori che, pur conoscendo a memoria ogni viso, avevano il dovere di
chiederti il tesserino, ricevendo, dal sottoscritto, sempre la medesima
risposta: "ag l ho mia." 
"Va bè, Sguaiser, portal la prosima volta..."

Praticamente, la storia infinita.
Penso di aver costretto la Società ad installare i lettori di badge... 
Che poi, mi lamentavo ce ne fosse soltanto uno, costringendoci,
raramente, a qualche attimo di fila, lasciando la maggior parte del
passaggio all'ingresso carraio ed handicappati (allora "diversamente
abili" non l avevano ancora strolicato, come ci sentissimo più sani...)
Prima tappa, spogliatoio. Lucchetto della cassetta rigorosamente a
combinazione, 919. Scordavo regolarmente il tesserino, figurarsi la
eventuale chiave del lucchetto. 

Dentro, una racchetta praticamente intonsa (non ero un gran tennista),
un tubo di palle (bianche, o meglio, rosa, per la colorazione dei campi
ed i relativi residui di terriccio), che se le usasse ora Federer le sue
racchette fuggirebbero, pur di non colpirle.
Quello usato era pure il mazzo di carte, da briscola in cinque o cularino
o tressette, i perdenti pagavano la spuma, moscatella, chinotto,
aranciata. 

Oppure, il ghiacciolo, il mio rigorosamente all'anice, con talmente tanti
coloranti che finivo con la lingua da puffo... 
Ciabatte da doccia, shampoo, bagnoschiuma e scarpini da calcio 13
tacchetti completavano l armadietto, per cui si riduceva ad un cambio di
magliette ed asciugamano il contenuto della borsa da casa. 
Casco, ufficialmente non pervenuto.

Vi ricordate, in terrazza, la pista ovale di pattinaggio per bimbi? 
Beh, è stata teatro di storici pallini, pericolosissimi, date le barre di ferro
con relativo zoccolo in cemento nel quale erano conficcate che lo
delimitavano. L abilità dei partecipanti consisteva, più che nella capacità
di dribblare l avversario, nell evitare le barriere.
E poi, diciamocela tutta, non era così bella come l ho vista ora. 
Era più... ruspante. Scordatevi le cene nel *lounge* del buon Reggia. Si
chiudeva al tramonto, e tanta manna se ti permettevano unafestauna alla
sera, limitata al cortilino interno al bar, salita per la terrazza
clamorosamente sbarrata, "as sa mai che i putlet i vaga ad survia a far
dle spurcaciade..."
 
Ma per quelle si prendevano i barchini a noleggio, il lago Superiore non
è enorme, ma sufficiente a garantire una certa privacy...

Il sole si prendeva attorno alle piscine, dove c'è ora il prato c era il
campo da calcio, con il pallone frequentemente a colpire i malcapitati
che, arrivati tardi, trovavano posto tra porta e piscina. 
Gavettoni, non consentiti, ma tollerati soltanto il giorno di Ferragosto.
E così trascorrevano i giorni, le settimane, i mesi, le estati, le
generazioni... 
Quello che rimane, fortunatamente per i mantovani, è questo stupendo
Circolo, sempre amato, vituperato, criticato (eh, siam mantovani, as va
mai ben gnint).


Teniamocelo ben stretto, io non ne sono più socio, ma ne vado,
comunque, orgoglioso.
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