Gli azzurri della Cano

24/08/2012

Gli azzurri della Cano
Sara Borghi
Perchè, quando e come hai iniziato?

"Avevo 10 anni ed una gran passione per l'acqua ed i tuffi. Dopo aver sperimentato vela e nuoto mio papà ha deciso di farmi provare anche l'esperienza dal trampolino. Da allora sono passati 5 anni e non mi sono ancora stancata. La prima volta fa un po' paura, ma poi passa tutto".
La maglia azzurra: quanto pesa?
"Pesa molto, sia perchè è il premio per tanti sforzi sia perchè sei maggiormente sotto pressione. Sei al massimo livello, puoi solo tornare indietro. Se sbagli una gara si pensa che tu non sia all'altezza, per contro se vinci hai fatto quello che ci aspettava da te e dunque ti confermano. Certo è una soddisfazione grandissima. Io ho partecipato nel 2011 al 6 Nazioni giovanile, a Ginevra. Per essere selezionati occorreva essere tra i primi 2 in Italia delle categorie Ragazzi o Junior. Io ero al primo anno ragazzi. Quest'anno ho mancato di poco il punteggio per gli Europei e così, nonostante il titolo italiano, niente nazionale. E' quello di cui parlavo prima, è difficile rimanere la migliore per 2-3 anni consecutivi, la concorrenza è serrata".
Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?
"Sono appena stata operata al polso, quindi per ora direi guarire bene. Hanno tolto un aneurisma al polso che faceva male ogni volta che mi tuffavo. La prossima stagione agonistica entrerò nella cat Junior, le avversarie saranno ancora più forti. Spero di vincere ancora il titolo italiano e di qualificarmi per gli europei. Poi tra 2 anni c saranno i mondiali, ma quello per ora è un sogno..."
Gli azzurri della Cano
Iacopo Sala
Perchè, quando e come hai iniziato?
"Ho iniziato più per caso che per scelta. Dopo 8 anni di tennis e un paio di equitazione, avrei voluto cambiare disciplina. Una sera mia mamma disse "ti ho trovato lo sport che va bene". Il giorno dopo mi portò qui alla Cano. Aveva ragione lei...Il percorso per arrivare alla maglia azzurra è cominciato dal 2° posto al meeting nazionale, alle spalle di un grande atleta come Pegoraro, che poi è andato ai mondiali pesi leggeri. Aver ottenuto questo risultato mi ha mostrato che avevo potenzialità da esprimere".
La maglia azzurra: quanto pesa?
"Nello sport in generale e nel canottaggio in particolare non esistono scorciatoie. Bisogna allenarsi tanto. Estate ed inverno, tutti i giorni, durante le vacanze anche due volte al giorno. La domenica si inizia alle 9, quindi il sabato sera qualche rinuncia va fatta. Ovviamente si deve conciliare tutto con la scuola, frequento il Tecnologico e me la cavo abbastanza bene. Poi arriva la chiamata in azzurro. Rappresentare l'Italia ti ripaga di tutto. Ma anche questo significa avere responsabilità; davanti ai miei compagni, ad esempio, devo dare il buon esempio, non si sgarra".
Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?
"Io sono uno junior ultimo anno, dunque la mia categoria consente ancora un allenamento "leggero", per quanto propriamente leggero non sia. Raggiungere grandi obiettivi come possono essere i Mondiali o le Olimpiadi sarà sempre più difficile. Crescendo anche i miei avversari migliorano, non è detto che se ho lasciato indietro qualcuno quest'anno, l'anno prossimo non me lo trovi davanti. Inoltre affronterò gli esami di maturità, sarà dura...tuttavia non voglio mollare. Un'altra incognita è quella della partecipazione ai campionati italiani. Ci si può iscrivere solo come equipaggi della stessa Società, mentre attualmente gareggio in coppia con Catenelli, della Canottieri Ravenna. Vedremo. I corpi militari? E' una scelta di vita, bisogna rifletterci a fondo". 
Gli azzurri della Cano
Eleonora Rebecchi:
Perchè, quando e come hai iniziato?

Sette anni fa, avevo 11 anni e dopo aver sperimentato ed abbandonato tutti i corsi estivi ho iniziato canoa. Dopo la prima lezione ho sentito dentro che era scattato qualcosa ed ho detto a mia mamma: "Questa volta vado fino in fondo". Così è stato.
La maglia azzurra: quanto pesa?
Ha il peso di tante rinunce, in primis il divertimento. Prima si pensa alle gare, poi ad andare in discoteca e spesso finisce che a ballare con le amiche non ci si va proprio. Anche la scuola mette pressione. Frequento il Liceo Artistico, ho insegnati esigenti che non sempre capiscono che lo sport non è una perdita di tempo. Per ora mi hanno sempre dato il debito in matematica e chimica, ma il body azzurro vale tutto questo. Quando l'ho indossato per fare l'europeo in Portogallo ho sentito un brivido ed ho pensato a quanti avrebbero voluto essere al mio posto.
Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?
La canoa è un impegno serio. Tra un anno diventerò una under 23, e sarà tutto un altro impegno, ancora maggiore a quello attuale. Non è un caso che oltre all'immortale Josefa Idem le altre componenti della delegazione azzurra a Londra abbiano tutte 21-22 anni. Dall'altra parte ci saranno gli esami di maturità e poi l'università. Credo che metterò la mia formazione professionale al primo posto, ho l'ambizione di divenire una professionista nel mondo dell'arte o del fashion. Per questo valuterò con attenzione l'impegno nello sport, non voglio prenderlo alla leggera.
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