Massimo Pelagatti lascia

20/06/2016

"Energia e linfa nuove. E’ ciò che serve per chiudere in bellezza il mandato di questo Cda. Sono stati 20 mesi intensi e faticosissimi sia dal punto di vista fisico che emotivo. Sono state prese molte decisioni importanti per la società ed il suo futuro. Altre dovranno essere assunte nei mesi a venire.

Dimettendomi, ringrazio i carissimi amici del Cda che con grandissima professionalità, determinazione e spirito di sacrificio hanno affrontato problematiche per nulla semplici ed hanno così garantito un futuro alla Canottieri. Insieme a loro ringrazio anche i componenti del Collegio Sindacale, che con competenza, autorevolezza e grandissima umanità hanno accompagnato il Cda in un difficile percorso.  
Ringrazio inoltre il personale per il valido contributo apportato ed, ultimi ma non meno importanti, tutte le Socie ed i Soci che hanno a cuore il bene della nostra Società".


Massimo Pelagatti 

Questo il congedo di Massimo Pelagatti nel rassegnare le dimissioni dal Cda della Canottieri Mincio e della controllata Gruppi Sportivi. Una decisione presa dopo attenta riflessione, per la stanchezza di un percorso intenso, compiuto con un gruppo di persone con cui c’è grande affinità. Non c’è nessun problema all’interno del gruppo che è composto da professionisti eterogenei legate inoltre da grande amicizia. Inoltre la decisione è stata annunciata e concordata nella tempistica insieme colleghi del Cda, che ad inizio anno lo avevano invitato a rimanere fino all’approvazione del bilancio.

Il presidente lascia perché "a questa Società servono linfa ed energie nuove". Il lavoro svolto finora è certamente molto. Dal 1 settembre 2014, quando è stato eletto come consigliere, Pelagatti ed il Cda della Mincio hanno lavorato per rovesciare un trend rischioso per la società, che dopo l’ispezione ministeriale era sull’orlo dello scioglimento. Sono riusciti a ridestarla, grazie all’apporto dei soci hanno compiuto il "miracolo" dell’assemblea straordinaria, un momento storico per la Canottieri per partecipazione e condivisione di un obiettivo. Sono passati attraverso una dolorosa ma dovuta proposta di azione di responsabilità, che ha permesso alla società di voltare pagina. Anche dal punto di vista infrastrutturale sono stati fatti grandi passi avanti. La sede è stata resa più bella e funzionale, affrontando con decisione tutto quanto concerne la sicurezza. Sono state strette relazioni e partnership che rendono la Canottieri più centrale nella vita della città. Ad esempio l’adesione al contratto di fiume Mincio, la rinnovata amicizia con l’Oasi Boschetto e con il Comitato di Cittadella, oltre che la vicinanza con molte aziende del territorio con si è trovato un magnifico feeling.

L'idea del presidente, condivisa con gli altri colleghi, di una Canottieri forte passa anche da una struttura interna capace di realizzare le indicazioni di indirizzo del Cda, di questo e di quelli a venire. Tutto questo è stato realizzato abbattendo i costi di gestione e riportando in attivo il bilancio dopo 7 anni di deficit. La società da cui Pelagatti si conceda è più moderna ed efficiente, ma la storia che si porta dietro non è stata dimenticata: l’assegnazione da parte del Coni del Collare d’Oro al Merito Sportivo è il coronamento degli sforzi e dell’impegno di oltre 130 anni di persone e del loro impegno e passione.

Le dimissioni del Presidente comporteranno la convocazione d’urgenza di un Cda, che dovrà eleggere al suo interno il traghettatore per i prossimi 6 mesi, fino al 31 dicembre quando scadrà il mandato, poi in prorogatio fino alle successive elezioni. Dovrà inoltre essere cooptato anche un nuovo consigliere.

L’ultimo pensiero espresso da Pelagatti è sul futuro della Società: “Dopo questo duro lavoro sono convinto che si possa tirare un sospiro di sollievo. Tuttavia il percorso non è finito. Penso alla realizzazione della piscina coperta, che rappresenterà una ulteriore svolta per la Canottieri Mincio. Una amara riflessione mi accompagna nella chiusura del mandato: una società con i numeri della Cano potrebbe essere inarrestabile, se solo fosse unita al suo interno. Purtroppo l’astio ci tiene prigionieri e ci rende deboli”.     
 
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