Cano e UniTn insieme per il Mincio pulito

10/11/2021

Cano e UniTn insieme per il Mincio pulito
Lo sport al servizio di ricerca, sostenibilità e difesa dell’ambiente. Si può declinare così la collaborazione della Canottieri Mincio e del Parco del Mincio con l'Università di Trento, Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica, nell'ambito del progetto biennale più ampio definito dall’Università ed AIPo per il supporto tecnico scientifico per la gestione e l'ottimizzazione dei manufatti idraulici lungo il corso del Fiume Mincio.
In sostanza la storica società sportiva mantovana offrirà base logistica e canoisti volontari per effettuare la batimetria del Lago Superiore, fino alle Grazie. La batimetria è una misura delle profondità dei fondali, eseguita con un sonar, e servirà a simulare la circolazione dell'acqua ed i movimenti della corrente. A dare una mano ai ricercatori saranno i canoisti della Canottieri Mincio, che con i loro kayak girano il lago tutti i giorni in lungo ed in largo. “Stiamo procedendo all'acquisto di sonar che possono essere facilmente connessi ad una canoa” spiega il prof. Luca Adami, che dirige lo staff di cui fanno parte anche Matteo De Vincenzi e Nicola Accordini, a cui si aggiunge il Prof. Dino Zardi a dare un contributo sull’analisi dell’effetto dei venti.
“Grazie alla collaborazione dei volontari della Canottieri Mincio per velocizzare le operazioni di raccolta dei dati e dare al progetto la dimensione di 'Citizen Science', ovvero di attività collegate ad una ricerca scientifica a cui partecipano semplici cittadini. Il fine immediato della nostra ricerca è quello di individuare le zone in cui ci sono le condizioni migliori per la crescita dei fior di loto. L'obiettivo a lungo termine sarà quello di sfruttare l’eccesso di biomassa, presente nel lago e nel SIC (Sito di Interesse Comunitario) Valli del Mincio, causato in particolare dal fine ciclo dei fior di loto, e tramite un processo innovativo, proposto dal prof. Gianni Andreottola, sempre dell’ateneo trentino, utilizzarlo come materiale assorbente nei fondali con presenza di inquinamento”. In pratica, prelevare i fior di loto in eccesso, lavorarli e reimmettere il materiale nel lago di mezzo e nella “Vallazza”, poi stenderlo sul fondale, creando una barriera costituita da materiale 'bio' che detossifica le aree inquinate, così da avere un’alternativa meno costosa alla rimozione del materiale inquinato dal fondo.

“Per la Società Canottieri Mincio – commenta il presidente Gianni Mistrorigo - si tratta non solo di una nuova opportunità prestigiosa di partecipare ad un progetto di studi sull' ambiente lacustre per rendere sempre più vicino il traguardo della balneabilità, ma anche rendere parte attiva dello studio, i numerosi soci che mostrano di condividere la sensibilità del consiglio di amministrazione che presiedo, verso il tema ecologico ambientale. C'è un altro risvolto che desidero sottolineare, di carattere prettamente sportivo, legato alla conoscenza della profondità del lago nei pressi delle rive. Si potrebbero aprire infatti prospettive, che altre Canottieri stanno già sfruttando, a Milano nei navigli e a Roma nel Tevere, per mettere in scena spettacolari manifestazioni di tuffi dalle grandi altezze, capaci di richiamare sponsor internazionali”.

“Coordinare gli studi e finalizzarli al miglioramento ambientale del bacino fluviale è l’obiettivo del Contratto di fiume che il Parco ha avviato e sta coordinando: questa nuova triplice collaborazione ne costituirà un elemento di arricchimento fondamentale perché introduce importanti momenti di partecipazione collettiva e traccia la direzione per possibili soluzioni a problemi annosi, come il depositarsi della biomassa vegetale dei fiori di loto sui fondali” spiega il Presidente Maurizio Pellizzer. “Il modello idraulico in 3D del lago che lo studio permetterà di delineare sarà inoltre funzionale alle attività per il “Deflusso ecologico” del fiume che l’ente sta svolgendo” spiega Cinzia De Simone, direttore del Parco.
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