Giacomo Bottoli: ultima chance per l'Olimpiade

13/12/2007

Giacomo Bottoli: ultima chance per l'Olimpiade
Bottoli ad Ancona

La corsa di Giacomo Bottoli verso l’Olimpiade di Pechino riprende a Natale. Il 26enne mantovano è reduce da una stagione con risultati altalenanti, anche se non del tutto sterile, visto il buon 15° posto, 10° come nazione, all’Eurolymp di Kiel. Particolari vicissitudini interne alla Federazione sembrano aver influenzato la tranquillità del nostro atleta, che non ha saputo riproporre la stagione entusiasmante dell’anno scorso.

E’ ancora presto però per i bilanci. La Fiv (Federazione italiana vela) infatti, a fronte della crisi di risultati dell’oriundo Romero, dal cui “acquisto” ci si aspettava maggior impulso, ha cambiato i giochi per l’attribuzione dell’unico posto italiano disponibile per il Laser alle Olimpiadi; veste la maglia olimpica chi porta l’Italia tra le prime 10 nazioni del mondiale da disputarsi a Terrigal, in Australia, dal 28 gennaio al 13 febbraio.

E Bottoli non ha intenzione di mollare:
“Mi sento bene, e dal 25 dicembre mi trasferirò a Melbourne per preparare il mondiale. Sono due le regate in previsione, il Campionato australiano, e la Sail Melbourne”.
E poi le due settimane del mondiale, un periodo piuttosto impegnativo.
“Si, ma se si vuole fare bene è necessaria una preparazione conseguita su un campo di gara con le caratteristiche di quello su cui si disputerà il mondiale, e purtroppo in Italia non abbiamo scenari simili”
Quali sono queste caratteristiche?
Le differenze sono tantissime, dovute al fatto che ci si trova nell’emisfero australe. Cambia la rotazione del vento, delle maree e delle correnti.
Quindi dovrai abituarti ad uno scenario diverso...
Occorre riadattarsi dopo anni di movimenti ormai sedimentati. Per fare un piccolo esempio di cosa significhi per un velista, basti pensare che io sono abituato, quando cala il sole, al vento che tira verso destra; ebbene nell’altro emisfero è l’opposto.
So inoltre che non sarai solo..“Sarò l’unico italiano, ma avrò un team di allenamento eccezionale: l’australiano Slinsgby (attuale campione del mondo e premio come miglior sportivo australiano ndr ), lo spagnolo Hernandez, l’inglese Thompson ed altri equipaggi inglesi e australiani meno conosciuti ma di grande esperienza. Potrò confrontarmi direttamente con altri protagonisti del mondiale, imparare da loro a perfezionarmi.
In cosa può migliorarti questa esperienza?
Confrontandomi con campioni di questa caratura aumentano i ritmi e la velocità. Ci sono gesti tecnici normali per un campione del mondo, ma che per me sarebbe molto importante apprendere.
A chi non conosce la vela può sembrare strano che rivali si allenino insieme...
La vela è una realtà diversa; innanzitutto a livello nazionale gli atleti di elite sono pochi, 3 o 4 massimo. Poi spesso esistono rivali senza un interesse diretto. Slinsgby non si allenerebbe mai con Blackburne, il suo diretto avversario per la corsa al titolo. Infine, per non tralasciare il romanticismo, è sempre presente la componente solidale tipica di chi va per mare.
In questi giorni ti stai allenando ad Ancona, ospite dello Yachting club com’è la tua settimana tipo?
Dal lunedì al venerdì faccio 3 sedute di allenamento al giorno; la mattina dalle 9 alle 11 palestra con esercizi aerobici, dalle 13 alle 17 scendo in acqua e la sera faccio un po’ di potenziamento con i peso.
Ancora in molti credono che tu ce la possa fare a conquistare un posto per le Olimpiadi, tu ne sei convinto?
Assolutamente si, altrimenti non farei tutto questo. Credere in me stesso è un dovere anche verso quanti mi hanno aiutato concretamente senza voltarmi le spalle durante il periodo negativo; il Presidente della Canottieri Augusto Manerba, il Consigliere Alessandro Zanellini e tutto il Cda, il Comandante Billardello e il direttore del centro velico Giovanni Vacca, miei dirigenti della Marina Militare, il Presidente del Coni di Mantova Mauro Redolfini. Ho investito tanto nella mia carriera, e sto investendo tanto nella rincorsa a questa Olimpiade, non posso proprio darmi per vinto facilmente.
Facendo i debiti scongiuri, cosa accadrebbe se tu non riuscissi nell’impresa? E cosa invece se riesci?
Il limite posto dalla Federazione è molto difficile da raggiungere, tuttavia con un buon mondiale mi potrei candidare come velista di punta del Laser italiano. Se non riuscissi ci sono numerosi altri impegni, partendo dai Giochi del Mediterraneo del 2009 e le Universiadi nel 2010.
E Londra 2012?
Si, tenendo conto che la vela è sport di “arte e maestria”, come ricorda spesso “Piri” Masotto, dato che la componente fisica non è predominante rispetto alla tecnica ed all’esperienza. Quindi un atleta raggiunge i massimi risultati tra i 28 ed i 34 anni.
In bocca al lupo da tutti i Soci Cano
Grazie a tutti!

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