Progetto "paddle for women"

03/09/2023

Progetto "paddle for women"

Una dragon boat dedicata a chi ha il cuore di un drago. La Canottieri Mincio lancia il progetto “Paddle for women” dedicato alle donne, di ogni età, operate al seno, che vogliano cimentarsi con la canoa ed in particolare con la “dragon boat”, una particolare imbarcazione da 10 posti in cui gli atleti pagaiano a ritmo di un tamburo. La partecipazione è gratuita, e comprende un team multidisciplinare, composto da allenatore, fisioterapista, psicologo ed infermiere, per costruire un percorso di allenamento propedeutico ad ogni esigenza. Il progetto è finanziato all’interno del PNRR da Sport e Salute (società del Coni) e dal Dipartimento per lo sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

“Questo progetto nasce con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita di queste donne – spiega la presidente della Gruppi Sportivi Francesca Pavesi - facendole divertire insieme, creando una squadra di persone accumunate da una sfida e da un obiettivo comune. Una metafora di quanto avviene nella vita quando si affrontano problemi di salute. Nel caso di “paddle for woman” tra gli obiettivi primari c’è anche quello di ridurre il rischio di malattie croniche nella fase post operatoria, lavorando per aumentare la fiducia e la consapevolezza, ed al contempo migliorando la ripresa fisica ed aiutando la riabilitazione. L’effetto benefico di questa disciplina è stato dimostrato da uno studio dell’Università della Columbia. Desidero ringraziare i fautori di questo progetto, Daniele Rossi e Mauro Held, insieme a Giovanna Galuppi, che sarà l’allenatrice di questa barca”.

Nel progetto è compresa anche la trasferta a Castel Gandolfo il 14 ottobre per la partecipazione alla manifestazione finale del progetto, giunto alla 13 edizione.  

Questa iniziativa si inserisce nella più ampia volontà della Canottieri Mincio di avviare un progetto strutturato e patrocinato per favorire l’approccio di ragazzi e ragazze con fragilità verso tutte le discipline sportive che si svolgono nella società di Cittadella. Lo sport vissuto come inclusione, non riferito solo alle disabilità, ma come strumento per inserire nel contesto sociale persone che abbiano delle fragilità di tutti i tipi. Dieci, cento, mille draghi di cuore.  

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